Il Giardino dei Tarocchi: quinta puntata - La Forza
- GiardinoBio
- 23 mar 2015
- Tempo di lettura: 6 min
L’ARCANO DEL SEGNO DELL’ARIETE : LA FORZA

La Forza è quella che apre la strada alle energie inconsce. La Forza è l’emergere della nuova Coscienza. Il messaggio della Forza è chiarissimo : il lavoro della coscienza passa innanzitutto attraverso il rapporto con le forze istintive. La Forza lavora dalla cintola in giù, facendo in modo che gli insegnamenti delle profondità entrino in comunicazione con le istanze spirituali del suo essere. Il grande cappello a forma do otto o di infinito si apre verso l’alto e pare alato: l’intelligenza de La Forza è pronta a spiccare il volo verso il cosmo. Si appoggia all’unico piede visibile, le cui sei dita corrispondono alle sei punte rosse del copricapo, ma anche ai sei denti neri della bestia. Vi si può leggere il segno di una forza eccezionale che le consente di appoggiarsi solidamente alla terra. L’unghia dell’alluce, come quella del pollice, sono dipinte di rosso. Va ricordato che l’unghia, nel corpo umano, simboleggia l’eternità in quanto continua a crescere anche dopo la morte. La vitalità eccezionale de La Forza si manifesta nel colore rosso delle sue unghie. La Forza è cosciente dalla testa ai piedi. È la potenza stessa della Coscienza in quanto punto di unione tra l’alto e il basso, tra l’energia spirituale e l’energia istintiva. Non si colloca nel tempo, né nello spazio, ma giace nel presente come espressione di un’energia pura. Tutta la sua attività si concentra nel rapporto con l’animale : nella sua criniera la forza intelligente, gialla o dorata, si incarna nella parte color rosa carne. La mente si incarna nell’animalità, che a sua volta si rende disponibile a comunicare con la mente. La Forza lavora con le mani nude, mettendocela tutta, con l’animalità, con le manifestazioni dell’inconscio e della propria sessualità : la testa della belva è all’altezza del pube. La mano sinistra è appoggiata sul muso della belva, ma non sembra trattenerlo e neanche forzarlo. Gli otto puntini presenti sul grugno indicano che l’energia dell’animale non può venire modificata, è perfetta così com’è. Ma dal suo accordo o disaccordo con la mente possono scaturire tanto la creatività e l’illuminazione, tanto i blocchi o le repressioni. La Forza ci insegna che nella relazione con l’animalità vengono messe in gioco problematiche essenziali e questa parte di noi stessi non può venir trascurata.

IL SEGNO DELL’ARIETE
Il segno dell’Ariete rappresenta la forza propulsiva che da origine alle cose. E’ paragonato alla nascita, al parto. E’ un segno di fuoco e la fiamma che lo distingue è quella dalla quale si forma la prima scintilla. E’ un fuoco, il suo, che può esplodere in mille scintille o spegnersi. La sua è un’energia di tipo cardinale, così chiamata per indicare l’entrata simbolica del Sole in uno dei punti cardinali, l’Est, e l’avvio di una delle quattro stagioni. Come gli altri segni Cardinali ( Cancro, Bilancia, Capricorno ) ha in sé queste caratteristiche : espansività, dinamismo e iniziativa che presuppongono una volontà e un indirizzo. Nel confronto con gli altri due segni di fuoco ( Leone e Sagittario ) è più immaturo e ingenuo, non per debolezza psicologica ma perché è un segno che apre la strada ad altri e non può trarre profitto da esperienze tramandate. Ha un’energia allo stato puro, ancora da incanalare ed educare. Non ha esperienza e deve riuscire ad educarsi da solo, per questo, partecipa alla vita attraverso l’azione e la reazione. Segue i suoi istinti e impara dal risultato delle sue azioni. Così costruisce la sua identità. L’impegno a lui richiesto è non lasciare che la sua istintualità travalichi i limiti di un vivere sociale.
Per l’Ariete la frase chiave è : “ IO SONO “
Queste parole vogliono intendere una presa di coscienza di Sé, del proprio posto nel mondo. Sono il riconoscimento del proprio nucleo divino : di quella Forza Vitale che prende forma nella materia e fa esperienza.

LA PIANTA DEL SEGNO DELL’ARIETE : L’ ECHINACEA
Questa fu una delle prime piante che, dall’America del nord, arrivò in Europa, prima come ornamentale (fine 500 ), poi attraverso i medici spagnoli, entrò a pieno diritto, negli erbari degli speziali. Gli europei, notarono l’uso che i pellerossa facevano di questo vegetale e ne valutarono gli effetti eccellenti che aveva su organismi debilitati e incapaci di difendersi da soli. I Comanches usavano le radici per mal di denti e mal di gola, i sioux per la rabbia, i morsi di serpente e infezioni. Era anche utilizzata per trattare convulsioni, crampi di stomaco, adenopatie, eczemi e ulcerazioni. L’Echinacea è l’immunostimolante più importante nella fitoterapia occidentale. Usata dagli Indiani d’America contro le morsicature di serpenti, le febbri e le ferite difficili da guarire, deve il suo nome alla brattea rigida e acuminata denominata “ echinos “ dal greco “ riccio “, che protegge i suoi splendidi fiori rosa. Secondo l’astrologia Medica, il glifo dell’Ariete è paragonabile alla forma degli anticorpi, in perfetta analogia con l’azione immunostimolante di questa pianta.
FAMIGLIA : Compositae
PROPRIETA’ : antinfiammatorio generale, rinforza l’apparato immunitario, antisettico, cicatrizzante, calmante degli ascessi, tonifica e rinforza le vie respiratorie. Attiva i monociti, i linfociti T, protegge e sostiene l’acido jaluronico contrastando l’enzima jaluronidasi.
INDICAZIONI ; stati influenzali, raffreddori, malattie da raffreddamento, depressione immunitaria, adeniti, stati settici e patologie infettive accompagnate da febbre.
MENTALE : confusione mentale, perdita della concentrazione
EMOZIONALE : sensazione di inferiorità, sottomissione, dare a discapito di se stessi.
L’ARIETE PRESO PER LA GOLA
ZUPPA AL POMODORO E BASILICO
INGREDIENTI : due chili e mezzo di pomodoro fresco, 24 foglie di basilico, 70 gr. di burro, 75 gr. di formaggio cremoso, un cucchiaio d’olio extra vergine, sale e pepe
PREPARAZIONE : praticate un’incisione a X sulla parte superiore dei pomodori e scottateli in acqua bollente, giusto il tempo per togliere poi più agevolmente la pelle. Tagliateli a metà, eliminando i emi e raccogliendo il succo in una terrina che terrete da parte. Tagliate i pomodori scottati a sottili filetti. Tagliuzzate le foglie di basilico con le forbici da cucina, mettete i filetti di pomodoro, il basilico, il succo tenuto a parte e aggiungete 50 gr. di burro. Non appena i filetti di pomodoro accennano a disfarsi, alzate il fuoco, mescolate vigorosamente e mantecate con il rimanente burro. Servite in piatti fondi caldi e completate la zuppa di pomodoro con una cucchiaiata di formaggio molle, preventivamente sbattuto in una tazza con l’olio.
POMODORI E ZUCCHINE IN CROSTA
INGREDIENTI : 400 gr. di pasta per pizza, 3 zucchine,2 cucchiai di olio, 250 gr. di pomodori freschi o pelati, un cucchiaio di origano, un cucchiaio di basilico in foglia, 60 gr. di formaggio gruviera sminuzzato, un uovo battuto, 30 gr. di arachidi tritate.
PREPARAZIONE : spianate sull’apposita tavola di legno infarinata la pasta per pizza. In una casseruola fate scaldare l’olio, unitevi le zucchine tagliate a dischetti, la cipolla tritata finemente e fate rosolare per 5 minuti a calore blando. Levate dal fuoco e aggiungete i pomodori tagliati a dadini. Profumate la composta con l’origano, il basilico, il sale e il pepe, unitevi infine il formaggio e le arachidi. Foderate uno stampo quadrato di 30 cm. di lato, unto di burro, con metà della pasta. Punzecchiate il fondo con i rebbi della forchetta e versatevi la composta. Con i pezzetti di pasta rimasti formate dei rotolini della grossezza di mezzo dito e sistemateli intrecciandoli sullo stampo e fissando i bordi con la pressione delle dita. Con l’ultimo rotolino coprite i bordi. Spennellate il tutto con l’uovo battuto e mettete per mezz’ora nel forno già caldo a 190 gradi.
TORTA GOLOSA DI PINOLI, MANDORLE E CREMA
INGREDIENTI : 400 gr. di pasta frolla, 3 uova, 90 gr. di zucchero, il succo di un limone, 70 gr. di mandorle tritate, 70 gr. di pinoli, la scorza grattugiata di un limone, zucchero a velo e un cucchiaino di cannella in polvere.
PREPARAZIONE : con la pasta sfoglia foderate una teglia unta di burro, ricordandovi di fare dei buchi sul fondo. Sbattete i tuorli delle uova con 90 gr. di zucchero, montate a neve gli albumi e incorporateli alle uova sbattute con il succo di un limone e la scorza grattugiata. Tritate le mandorle e aggiungetele al composto, poi versate il tutto nella teglia, spolverizzate di cannella e spargete i pinoli. Infine passate nel forno caldo a 200° per circa mezz’ora. Una volta sfornata, spolverizzate la torta con lo zucchero a velo.
Comments